Dislipidemie
Le dislipidemie sono uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare, per questo motivo devono essere correttamente valutate e gestite.
La dislipidemia consiste nell’aumento del colesterolo plasmatico, trigliceridi o di entrambi o delle lipoproteine a bassa densità (LDL) che contribuiscono allo sviluppo di arterosclerosi. Le cause possono essere primitive (genetiche) o secondarie. La dislipidemia in sé di solito non provoca sintomi ma può condurre a una malattia vascolare sintomatica, tra cui coronopatia, l’ictus e arteropatia periferica. Elevati livelli di trigliceridi (> 1000 mg/dl) possono causare una pancreatite acuta. Alti livelli di LDL possono causare l’arco corneale e xantomi tendinei a livello dei tendini di Achille, gomito e ginocchio e a livello di articolazioni metacarpofaligee .
La dieta per “Dislipidemia” prende in considerazione le alterazioni del metabolismo che comportano un aumento di colesterolemia o della trigliceridemia o entrambe. Un corretto stile alimentare e di vita può essere di grande aiuto nel controllare i valori di colesterolo LDL entro i limiti di norma. I cardini della terapia nutrizionale sono rappresentati dalla normalizzazione del peso corporeo e dalla circonferenza addominale , da un minor apporto di grassi saturi (meno del 7% dell’energia totale), delle quantità di colesterolo giornaliera massima raccomandata assunta con gli alimenti (max 200-250 mg) l'inserimento di alimenti ad efetto ipocolesterolomizzante. Nelle forme più lieve o più responsive l’approccio nutrizionale può rappresentare l’unica terapia. Ma anche in associazione alla terapia farmacologica un ‘alimentazione adeguata è di grande aiuto in quanto aumenta l’efficacia di farmaci ipocolesterolemizzanti permettendo di ridurre la posologia e gli effetti indesiderati.
All’interno di una dieta per l’ipercolesterolomia si procede alla selezione di alimenti che mostrino un ridotto contenuto di colesterolo esogeno e di ac.grassi saturi e un incremento degli alimenti con ac.grassi monoinsaturi (olio d’oliva) e polinsaturi della serie 0-3. Inoltre il bilancio lipidico si giova dall’azione della fibra alimentare (che agisce riducendo l’assorbimento degli ac.grassi , e soprattutto di ac. biliari). Anche la presenza di antiossidanti e di omologhi degli steroli vegetali andrebbe considerata.
L'aumento di trigliceridi nel sangue è legato all'introduzione di calorie in eccesso,particolarmente associate all'introduzione di forti quantità di zuccheri semplici e all'assunzione di alcool, di tutti i nutrienti che vengono convertiti dall'organismo in trigliceridi. Anche la qualità di grassi introdotta con l'alimentazione è importante , dal momento che i grassi saturi aumentano i valori dei trigliceridi. L'ipertrigliceremia può anche associarsi ad un aumento di valori pressione arteriosa, a l'elevazione di valori di glicemia a digiuno e a steatosi epatica (fegato grasso) o un aumento dei valori del colesterolo LDL.
I cardini della terapia nutrizionale sono rappresentati anche dalla normalizzazione del peso corporeo e dalla circonferenza addominale , da un'alimentazione con un basso apporto di zuccheri semplici e grassi saturi e dall' eliminazione di alcool. Nelle forme più responsive l'approccio nutrizionale può rappresentare l'unica terapia.