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Sindrome Metabolica

 

sindrome metabolica.jpg 2La sindrome metabolica identifica la condizione di coesistenza di più alterazioni metaboliche che espone soggetti interessati ad un rischio due volte maggiore di sviluppare malattie cardiovascolare rispetto ai soggetti sani e ad un rischio due volte maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto ai soggetti sani e ad un rischio più elevato di mortalità per malattie cardiovascolari, malattie coronariche, ictus, disfunzioni vascolari e mortalità per tutte le cause. I principali fattori casuali sono l’obesità centrale e la condizione di insulino-resistenza che ne consegue: le cellule normalmente sensibili all’insulina diventano resistenti alla sua azione ipoglicemizzante, il glucosio resta in circolo e le cellule beta del pancreas producono più insulina nel tentativo di riportare alla normalità i valori della glicemia. Questa alterazione metabolica espone i soggetti interessati dalla sindrome ad un maggior rischio di sviluppare il diabete di tipo II : nel momento in cui la patologia diabetica diventa clinicamente manifesta, il rischio cardiovascolare aumenta notevolmente. Come se questo non bastasse già a mettersi in guardia, è importante sottolineare che la sindrome metabolica rende i soggetti più suscettibili anche nei confronti di altri condizioni patologiche come la sindrome dell’ovaio policistico, la steatosi epatica, i calcoli biliari, l’asma , i disturbi del sonno ed alcune forme di cancro come il cancro della mammella, del pancreas, del colon-retto e della prostata.

La sindrome metabolica viene considerata tale quando sono presenti tre o più dei seguenti fattori:

  • Obesità centrale (circonferenza vita superiore a 102 cm per l’uomo e 88 cm per la donna);
  • Ipertrigliceremia a digiuno (maggiore di 150 mg/dl)
  • Colesterolo HDL basso (inferiore a 40 mg/dl per l’uomo e 50 mg/dl per la donna);
  • Ipertensione (pressione massima superiore o uguale a 180 mm hg e pressione minima superiore o uguale a 85mm hg);
  • Iperglicemia a digiuno (glicemia a digiuno superiore o uguale a 100 mg/dl).


Come trattare e /o prevenire la sindrome metabolica?

Dal momento che il fattore scatenante questo insieme di alterazioni metaboliche è l’obesità centrale, risulta ben chiaro che la riduzione del grasso addominale e viscerale permette la normalizzazione di tutti gli altri parametri che risultano alterati in questa condizione patologica. Per questo motivo, la prevenzione così come nel trattamento della sindrome metabolica e delle sue complicanze passa attraverso una correzione delle abitudini -alimentari ed un aumento dei livelli di attività fisica; in altre parole passa attraverso il miglioramento globale dello stile di vita. L’approccio dietoterapeutico ai pazienti con sindrome metabolica prevede un intervento dietetico che non si discosta particolarmente dalle linee guida per una sana e corretta alimentazione a cui la popolazione generale deve attendersi per minimizzare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e cronico-degenerative . Si tratta di piccole modificazioni che il paziente deve avere cura di apportare alla propria alimentazione quotidiana al fine di mantenere entro il range di normalità i livelli di glucosio plasmatico , trigliceridi, colesterolo e pressione arteriosa per ottenere infine un miglioramento globale della situazione metabolica. Innanzitutto, occorre ridurre l’apporto calorico totale giornaliero sostituendo gli alimenti densi in energia . La composizione in macro e micronutrienti di un alimento risulta fondamentale non soltanto al fine di redigere un piano alimentare ipocalorico , ma anche allo scopo di comprendere quali alimenti devono essere scartati per mantenere livelli ottimali di parametri biochimici che risultano alterati nella sindrome metabolica. Per combattere il sovrappeso/obesità bisogna, dunque, limitare l’apporto di acidi grassi saturi (presenti nei grassi solidi di origine animale come lardo, strutto, burro, panna, grasso visibile e non visibile degli insaccati e delle carni) e gli acidi grassi trans (contenuti negli alimenti di origine animale, in alcune creme grasse spalmabili, in prodotti da forno come cracker, torte, dolci, biscotti e cibi fritti). E’ sicuramente preferibile incoraggiare l’utilizzo di acidi grassi mono e poliinsaturi contenuti negli alimenti grassi di origine vegetale come l’olio d’oliva, la frutta secca ed il pesce. Bisogna, inoltre limitare l’apporto di alimenti ricchi di colesterolo, come tuorlo dell’uovo ,i formaggi e gli altri alimenti grassi di origine animale aumentando, per contro, il consumo di alimenti a base di carboidrati complessi, soprattutto sotto forma di cereali integrali, ottima fonte di fibra a discapito degli alimenti e delle bevande ricche di zuccheri semplici. Infine è opportuno consumare 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno e 3-4 porzioni di legumi a settimana. Per concludere, è buona norma limitare il consumo di alcol e ridurre l’apporto di sale che può essere sostituito da aromi e spezie che contribuiscono a insaporire ugualmente il piatto preservando degli effetti collaterali dovuti al consumo di sodio.

Dunque, seguire un’alimentazione sana ispirata al modello mediterraneo insieme alla pratica di un livello adeguato di attività fisica, può aiutare sia i pazienti in sovrappeso/obesi ad uscire dalla condizione di sindrome metabolica, sia quelli normopeso a prevenirla con successo.

 

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